“Custode”

Quando suona la sveglia e deve alzarsi rimpiange la libertà della notte. E’ una sensazione unica, come stare nell’acqua, senza peso, senza pesi. Il respiro non è affannato, è pronto ad accogliere sonno e sogni. Alle sette finisce l’oblio.

Per vanità mai comprese, la custode del suo benessere notturno lo intrappola, lo agghinda, lo eleva, come può, a piani più alti. Una vista migliore, i profumi sono solo quelli che escono da costose bottigliette. Si acquieta, sapendo che nulla e forse nessuno lo renderà libero.

In un giorno che non è come tanti arriva una lettera a lui dedicata. L’invito è gentile, gli occhi della custode leggono, lui sente. L’impaginazione è scarna, i dati che contano sono centrati alla piega del foglio. Avverte una scossa, si sposta irrequieto tra pizzi e nastrini. Ritorna composto, si piega, risale. Ricorda il rumore di carta stracciata, così che lo scritto diventi coriandoli. Si chiude un coperchio, aumenta la carta da gettare in campana.

Anche quest’anno non andranno alla festa. Per lui è una festa. La custode non vuole, non vuole fare, non vuole sentire, non vuole. Non si ama. Non lo ama. Questo lui pensa, mentre altri lo stanno osannando.

E’ grande, è rotondo, esposto agli sguardi vogliosi.

Ha un’anima. Lui. Lei no. La custode non vuole sapere.

Non ha parola per farle capire che la festa comporta dolore, un dolore intelligente, responsabile, attento, breve, unico, necessario.

Solo lui avverte, nella notte, una presenza che non dovrebbe essere, un fastidio che non vorrebbe condividere.

Urla a chi non lo vuol sentire.

Il nemico si insinua silente e subdolo. Microscopicamente nascosto e protetto, entra dentro di lui.

Le luci abbaglianti di una sala operatoria lo accecano, poi nulla. Si risveglia in un letto non suo, troppa luce, troppo male, troppo poco Amore.

La custode lo accarezza con le dita, come mai fatto prima. Lo ascolta tra le pieghe dei punti, come mai fatto prima. Come… mai fatto prima.

Una mammografia lo avrebbe salvato da deliziosi consensi che non curano nulla.

Ora il seno riposa, attende la notte, nudo, liberato da pizzi, da nastri e dal nemico peggiore: il cancro.