Fare buoni dolci non è da tutti.

Tanti preferiscono quelli al cucchiaio, ogni lento assaggio può portare alla scoperta di un sapore nuovo.

Emoziona passare davanti ad una pasticceria e vedere torte meravigliose, di una perfezione assoluta.

Il centrino che le abbellisce non ha uno sbaffo di crema, pulito, laserato.

La guarnizione è un’opera d’arte. Fiocchi di panna ricamano arabeschi. Bottoni colorati di frutta candita creano paesi dei balocchi. Stonano casette di gnomi mai vissuti, pini di un verde che in natura non esiste. Il fascino si lega a ricordi di infanzia, ad immagini illustrate con matite pastello.

Una torta così fa innamorare, anche a ora di cena. Suscita curiosità capire cosa ha dentro, che sapore regala all’assaggio, che tenerezza sia affondare il coltello per creare una fetta.

Farsi conquistare dall’apparenza è un attimo. E’ quell’attimo di incanto che apre il portafoglio. Apre il cuore. La strada si ghiaccia in piena estate per il timore che un sogno cada a terra. Sono eterni i pochi minuti che separano l’assaggio, il primo appuntamento con sensi sconosciuti.

La cupola da aprire, i piattini e le posate per il dolce.

L’incontro sarà incanto di vaniglia.

L’apparenza è rispettata, i ciuffi di panna al loro posto, la forma non violata. Il profumo si espande.

Il cuore fa spazio, il desiderio capanna. Bisogna entrare nell’anima di una perfezione, incidere, amalgamare, solcare, per sentirne il gusto, lo spessore, il retrogusto.

Al primo assaggio, allappa la bocca un pan di spagna farcito di nulla, asciutto come pane secco. E’ un vano cercare, tra briciole scomposte, una lacrima al cioccolato, una goccia di dolcezza all’albicocca. Nemmeno un liquoroso grado di robustezza sostiene un piacere inesistente.

Si scioglie l’illusione che una fetta di torta sia delizia per il palato, appagamento, speranza, riconciliazione da una dieta che il cuore impone povera di zuccheri.

La ciliegia candita sta in parte, ultimo assaggio da gran finale.

E resta lì, rossa come un fuoco che si spegne, lucida come una mente che comprende, rotonda come chi la perfezione va cercando.

Sotto la panna, niente.