Chi non si sveglia la mattina con la mente storta?


Anche oggi si deve ricominciare, la pancia è più gonfia di ieri, l’unghia si è spezzata, le rughe avanzano,la barba è da regolare,alle dieci riunione con il capo (del pesce), cento chilometri per poi non trovare il cliente. Un libro di pare o… non pare.
E’ di tutti obliterare il “fare” del lunedì, il peggiore della settimana.
Questa mattina tocca a me. Non è neppure lunedì. Mi sento come la mitica, indimenticabile Maga Magò degli anni sessanta. Poco Madame e molto Mim.  Reinventarmi nel nuovo giorno… non ce la posso fare.
Prendo l’auto. Un chilometro scarso e mi fermo davanti al blocco principale dell’ospedale cittadino. Spengo il motore, spengo i pensieri.
Alzo la testa, l’occhio conta senza contare le auto che già sfrecciano in opposte direzioni. Ogni auto una vita, un lunedì, una bolletta da pagare, un lutto da metabolizzare, un sogno nel porta oggetti, un impegno per guadagnare il giorno che inizia.
Di una costruzione vedo solo una facciata, ma in realtà sono quattro, più il tetto. I blocchi principali sono cinque se non sbaglio. Numeri,persone.
Conto le finestre del blocco -A- di fronte a me. Devo fermarmi, l’elicottero del SUEM si sta alzando dalla piazzola dedicata.
Il rumore delle pale salverà una vita.
Riprendo a contare: Sono circa centocinquanta finestre, una più una meno. Mi appoggio sul cofano appena caldo, ci saranno 17 gradi oggi. Il sole scalderà.
Mi si forma un sorriso mentre il cuore mi suggerisce:” hai almeno centocinquanta motivi per darti della cretina.”
Accendo il motore, riparto. Alla grande.
La Costruzione: non esiste “fuori” senza “dentro”.
Buoni giorni